Esiste ancora oggi, nel cuore del Salento, un’isola rimasta intatta nei secoli da quando i primi greci arrivarono in questa terra, una terra ricca di storia, cultura e testimonianze senza tempo, protagonista di storie sospese tra tradizione popolare e realtà.
Quest’area è formata da 11 comuni che nonostante le piccole dimensioni conservano a loro interno tutta la propria ricchezza e varietà culturale: Calimera (che in lingua greca significa Buongiorno),Carpignano Salentino, Castrignano dei greci, Corigliano d'Otranto, Cutrufiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. Questo territorio è il risultato di secoli di sovrapposizione culturale, che ha alterato alcuni degli elementi originari come il Griko: una lingua greca parlata un tempo in gran parte della penisola Salentina e che ancora oggi è parlata dagli anziani.
Numerose sono le tradizioni legate alla Magna Grecia che popolano questo pezzo di terra, come il rito propiziatorio di fertilità che vedeva protagoniste tutte quelle donne che non riuscivano a restare incinte. Avveniva a Martano nella piccola chiesetta di San Vito, dove è presente ancora oggi una pietra di epoca preistorica – detta "petra de Santu Vitu" – con un foro al centro, foro che magicamente permetteva a chiunque di attraversarlo, la tradizione vuole che passandoci dentro tutti i problemi di fertilità venivano risolti.
Ancora oggi il giorno di Pasquetta a Martano viene eseguito questo rituale.
Restando in tema di tradizioni impossibile non citare il Festival di Musica Popolare "La Notte della Taranta", nato nel 1998 e letteralmente esploso a livello internazionale.
Questo festival non riguarda solo il concerto finale di Melpignano, ma presenta tante altre serate differenti, con diversi gruppi di musica popolare salentina negli altri paesi della Grecia Salentina.
Inoltre questo luogo quasi magico che permetterà ai visitatori di ritrovarsi a rivivere tempi antichi è una terra dove anche la cucina è stata influenzata dai tanti popoli che l’hanno abitata a partire dagli arabi, dai bizantini, dai francesi ed infine dagli spagnoli, che ne hanno arricchito, ma anche modificato sapori e odori di questa umile cucina.
E sono proprio i sapori, i profumi che richiamano la Grecia con cui questa terra condivide non solo la lingua ma anche gli ingredienti: l' olio d' oliva, il grano duro, i formaggi e le verdure fresche.
Una cucina fatta da sapori semplici, sapori forti, ricette secolari, ma nello stesso tempo sane e nutrienti.
E' proprio in questa zona situata nell’entroterra salentino che la cucina fatta di pentole di coccio e di “tajèddhe”, conserva intatti i tratti di una civiltà contadina.
Ma cosa bisogna assolutamente mangiare se si sceglie di visitare la Grecìa Salentina???
Sicuramente "ciceri e trìa", dove la parola "trìa" deriva dalla parola araba "itriya" che significa pasta fritta e “ciceri” che significa ceci. Questo è un piatto inconfondibile, dal gusto contadino e dal sapore antico.
Ma tipico del luogo è sicuramente il grano pestato “Sitàri stompao”, utilizzato in tempi antichi quando i contadini non potendo andare ai mulini erano costretti a riutilizzare antichi mortai di pietra, pestando i chicchi di grano e passandoli al setaccio fino ad ottenere una farina con cui fare la pasta.